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28 gennaio 2008

Alla ricerca di Drusilla

Durante la cerimonia della festa in onore degli eroi di Tortusga avvengono degli eventi di particolare rilevanza:

  • Zoltan Gran sacerdotessa di Lathander presenta Kir che prende il posto di Sefronius alla guida della gilda dei maghi.
  • Zora racconta la sua storia scopriamo che El-Areth e Raintar sono la stessa persona o meglio lo stesso mezzo-drago.

Alla fine della cena Lurim ci comunica che siamo convocati in una riunione privata con Manfred il nuovo re per l’indomani.

Il giorno dopo quindi, tutti ci ritroviamo nell’area pubblica delle stanze del re, il quale vuole mantenere fede alla promessa del suo predecessore, appena gli avremo rivelato il più valente del gruppo, questi potrà scegliere chi sposare, quindi ci lascia soli per decidere. Dopo una piccola e non facile riunione viene dichiarata Drusilla come la più valente del gruppo, è l’unica assente ma ipotizziamo che il premio non le sarà particolarmente gradito, comunque abbiamo eseguito la missione per la salvezza della città e non per il premio. Manfred sembra deciso a dimostrare la sua gratitudine quindi ci dice che nei limiti delle sue possibilità cercherà di esaudire qualsiasi nostro desiderio. Valentin chiede che sia tolto il mazzo di carte maledetto in possesso di Blottorich e Lurim si offre lui di prenderlo finché la gilda dei maghi non riuscirà a renderlo inoffensivo. Facciamo quindi le nostre richieste.

Chiediamo maggiori delucidazioni sulla legenda della città ed il re si mostra abbastanza disponibile ma non conosce le risposte, quindi attraverso una pietra per la comunicazione chiama Sarlan la quale è abbastanza colpita da quanto noi sappiamo e ci rivela che in primis la creatura non poteva rimanere dormiente per l’eternità quindi effettivamente potrebbe essere arrivato l’ora del risveglio ma deve indagare su quali saranno le conseguenze. Purtroppo l’incatenatrice è morta infatti è l’appellativo segreto della sacerdotessa Sarok fondatrice della città, la conoscenza veniva tramandata tra i profeti ma da almeno gli ultimi 5 l’hanno smarrita. Per cercare di recuperare la conoscenza la Grande sacerdotessa metterà in campo le sue migliori sacerdotesse.

Improvvisamente nella stanza giunge, a forza, Galanodir vuole il premio della cerca infatti gli spetterebbe se qualcuno non gli avesse impedito di partecipare, a tal proposito chiede la mano di Drusilla!! La discussione inizia a farsi abbastanza accesa quando arriva anche Uborg, monaco che accompagnava Drusilla nella sua missione. Nonostante le ferite è venuto subito al cospetto del re per riferire di Drusilla, durante la missione sono stati attaccati dai seguaci di Nerul i quali hanno corrotto la sacerdotessa e vogliono convertirla!! Abbiamo poco tempo per intervenire prima che la conversione sia definitiva quindi è necessario intervenire al più presto, si trova in una fossa appena fuori le porte della città, questa fossa conduce ad una tana di draghi. Essendo noi presenti diventiamo automaticamente i migliori candidati per la missione si aggrega anche Galanodir che vuole aiutare la sua bella. Ulrim chiede l’ausilio di un chierico e l’elfo cerca di dimostrare che può sostituirlo lui degnamente. Nel mentre dietro a Martenus inizia a formarsi uno strano guerriero con una scimitarra, sarà un effetto delle carte trovate da Blottorich!! È ovvio alla cena il guerriero deve aver pescato una carta come è successo appena usciti dall’interno della tartaruga. Il combattimento dura poco anche grazie all’intervento di Galanodir che si vanta del suo colpo risolutivo (in realtà anche gli attacchi precedenti avevano sortito il loro effetto!!!). All’improvviso Ulrim ci dice che deve andare e di chiamare subito Kir, anche se non se ne va ma inizia a parlare come se fosse in contatto con qualcuno non presente nella stanza!! Sentiamo tutto e poco dopo ci rivela che c’è un gruppo che vuole sovvertire l’ordine a Tortusga gli chiedevano il suo aiuto per un attacco al re questa notte!! Manfred è perplesso non sa se fidarsi del mago che dice vuole fare il doppio gioco, la massima priorità è la salvezza di Drusilla quindi è necessario che l’attentato sia posticipato. Ulrim riesce a guadagnare, a fatica, una giornata promettendo il suo “utile” aiuto. Il re non si sente sicuro e su suggerimento di Fleria (che non sopporta il gatto sempre fra i piedi) vorrebbe togliere Sfigatto al mago il quale non sembra prenderla affatto bene, interviene Valentin che garantendo personalmente fa in modo che il mago non viene diviso dal suo famiglio. A questo punto ci dirigiamo nella zona alle porte dalla città indicata da Uborg dove dovrebbe essere Drusilla!! Zora cerca di entrare con circospezione ma viene velocemente superata da Valentin appena dentro il cunicolo i due vengono colpiti da dei dardi che li immobilizzano!! È ovviamente opera di qualcuno Fleria non aveva trovato trappole quindi …

Galanodir con una polvere fa emergere due elfi drow che erano invisibili!! In poco tempo vengono sconfitti siamo quindi tutti dentro ora e scatta la vera trappola!! Infatti emergono 2 stregoni (sempre elfi drow) che con delle file erigono 4 mura di ghiaccio imprigionandoci ermeticamente, un terzo lancia una nube che si rivela essere una “nebbia mortale” siamo imprigionati, i nostri avversari sembrano disposti a morire insieme a noi!! Infatti ci dicono che moriremo insieme e che Drusilla aveva perfettamente previsto le nostre mosse …

A questo punto Valentin che si sente in colpa per l’entrata precipitosa pensa che l’unica cosa che Drusilla non poteva prevedere è Zora, fa un incantesimo sull’orca per potenziare la sua forza, il gas inizia ad avere effetto su di noi si scatena l’ira della barbara che con un colpo straordinario riesce ad abbattere una delle pareti e possiamo uscire passando per lo stesso cunicolo da cui eravamo entrati. Purtroppo sia Fleria che Galanodir non sembrano aver resistito alla nebbia, ma Martenus gli fa mangiare dei fiori che inducono alla stasi sperando che abbiamo il tempo di portarli a tempio prima che sia davvero troppo tardi ….

27 gennaio 2008

All'uscita del covo...

Appena Zora distrugge il muro di ghiaccio che impediva l'uscita dal cunicolo, vi fiondate tutti verso l'aria fresca dell'esterno. Sistemati alla meglio Galanodir e Fleria su Pennello, il gruppo esce alla rinfusa. Vi sentite tutti storditi e debilitati dall'aura mefitica che avete respirato all'interno e trovate riparo in un fitto strato di arbusti e boscaglia che circonda l'ingresso al covo. La notte è serena e per un attimo vi sembra che tutto sia stato solo un brutto sogno, se non fosse per il fatto che avvertite conati di vomito e avete due membri della spedizione morti!!!

La prima che prende la parola è Zora: SGRUNT mi sono fatta male a una spalla, odio i muri magici danno sempre molte più sorprese di quelli reali!

Valentin: bisogna salvare la profetessa e il nobile Galanodir! Riportiamoli immediatamente in cittò al tempio di lathander!

Martenus: Calma paladino, il fiore che ho fatto ingerire loro appena sono caduti a terra li renderà stabili in questo stato di semi morte per alcuni giorni, abbiamo tutto il tempo di agire con calma e con intelligenza.

Blottorich: Comunque non mi sembra saggio rientrare lì dentro, hanno ben mostrato di essere pronti sul nostro arrivo e di conoscere bene i nostri punti deboli! Non abbiamo speranza in uno scontro diretto!!!

Proprio mentre la discussione sul da farsi procede animatamente, sentite tutti un rumore di grandi uccelli venire da sopra di voi, alzate lo sguardo e notate tre grossi gufi che si stagliano nel cielo stellato e contro la luna piena, che svolazzano sopra di voi!!!

- Sono gli amici di Uel - urla Zora contenta!

- E chi cavolo è Uel adesso!!! - esclama Martenus per nulla tranquillo dell'arrivo di queste creature...

- Mettiamoci in assetto difensivo - bisbiglia il paladino - queste creature sono arconti gufi, in genere usati nelle terre dell'est come cavalcature degli elfi! Ma comunque meglio essere prudenti visto che non abbiamo grandi capacità di attacco in questo momento...

Ulrim mormora qualcosa tra se e se, che stia preparando un incantesimo di difesa? O qualche altra diavoleria!!!

Le creature continuano a scendere fino ad avvicinarsi a voi... evidentemente sanno bene dove siete! Arrivati a terra i tre arconti gufi fanno scendere i loro cavalieri, siete tutti stupiti dalla bellezza di queste creature così eleganti nel volo quanto maestose in terra (ogni arconte gufo è alto circa 3 metri e protetto da una pensante armatura di cuoio borchiato. Sulle borchie sono incise le insegne dorate della città di Leopargard, famosa in tutto il mondo per i suoi curatori elfi di altissimo valore!

Non appena i tre elfi sono scesi dalle loro cavalcature, uno di loro prende la parola e dice: - Non temete avventurieri, io sono Nipold di Leopargard, e questi sono Egilon, e Amon miei fedeli compagni di viaggio. Le nostre cavalcature sono arconti gufi, animali molto intelligenti e di antica stirpe i cui nomi però sono impronuciabili nelle nostre lingue! Non è nostra intenzione farvi del male nè abbiamo intenzioni minacciose di alcun tipo!

- Siete i benvenuti nella città di Tortusga, pregiati elfi - esclama Velentin uscendo allo scoperto - anche se in questo momento io e i miei compagni di avventura usciamo da uno scontro in cui abbiamo avuto la peggio, questi sono Ulrim, della gilda dei maghi della città, Martenus della gilda dei costruttori, Blottorich, ranger nano che ci ha accompagnato in varie avventure, e Zora, una nostra nuova amica che si è unita a noi nel combattere un comune nemico.

- Io li conosco già - grugnisce Zora (ricordatevi che è ancora in ira!!!)

- Purtroppo abbiamo appena perso - prosegue Valentin - i nostri altri due compagni: Fleria, la profetessa della città e Galanodir, uno dei nostri elfi più nobili!!!

- Mi spiace che il vostro combattimento sia andato male, in effetti sentiamo provenire da questa zona una aura di profonda malvagità, comunque siamo venuti qui guidati dalle nostre cavalcature solo per parlare con Zora, i nostri arconti non hanno avuto problemi a rintracciarla con il loro potente olfatto!!!

Zora si fa avanti, e dice - E che volete da me, SGRUNT!?!?

- Abbiamo ricevuto un compito da Uel, ci siamo recati nella città di Archelon per curare l'epidemia che stava devastando la zona, ma quando siamo giunti lo stranissimo morbo che affliggeva la città sembrava ormai privo di forze e incapace di propargarsi ulteriormente, siamo stati acclamati come eroi perchè siamo riusciti a curare tutti quelli che non erano ancora morti, ma in realtà non abbiamo fatto granchè...

- Questo perchè noi avevamo distrutto l'albero trasformando il tizio cattivo in pecora!

- Cosa!? - esclamano tutti!!!

- Beh lasciamo perdere comunque sono contenta che ad Archelon tutto sia sotto controllo, ma i miei compagni dove sono!? Non ricordo più cosa è successo dopo che ci siamo avvicinati alle mura di Torusga per seguire le tracce di Raintar, ehm di El-areth come lo chiamano qui...

- Valorosa guerriera, eravamo proprio alla ricerca di Uel per comunicare a lui tutte queste notizie, ma abbiamo trovato il suo corpo senza vita a breve distanza da qui, insieme a quello degli altri avventurieri che erano con voi, probabilmente dove è avvenuto lo scontro con Raintar! Erano morti da molte ore, forse da giorni, e il mio fedele compagno di viaggio Biropol, il quarto di noi, li sta portando grazie al suo amico arconte nella città di Leopargard per vedere se è possibile fare qualcosa per salvarli... Certo se qualcuno avesse usato un'erba per mantenerli in stasi sarebbe stato più facile, ma nello stato in cui li abbiamo trovati dubito che riusciremo a riportarli in vita! Ma visto che il tuo corpo mancava all'appello abbiamo deciso di venire a cercarti per vedere se avessi bisogno di aiuto...

- AAAAAAAAAAARRRRRGGGGGHHHHHHHH, i miei amici, mortiiiii!!! - Grida Zora infuriata con un urlo che risuona a parecchie centinaia di metri di distanza!!!

- Il corpo di mio padre dunque era lì, avrei potuto vederlo!!!?!? - sussulta Blottorich

- Ma nooooooooooo te l'ho detto che è morto valorosamente sotto la cittadella degli gnomi - gli urla contro Zora prendendolo per le spalle e scuotendolo... Al chè Ulrim si mostra abbastanza scosso e accigliato

- Perdonami nobile elfo, ma questo significa che voi potete aiutare i nostri amici Fleria e Galanodir, loro infatti sono stati posti in stasi da questo fiore - esclama Martenus mostrando il fiore essiccato di Olvar.

- Si esatto, le persone curate con questo fiore non sono difficili da riportare in vita, il mio collaboratore Egilon curerà il nobile elfo Galanodir mentre Amon si occuperà della vostra profetessa!

Detto questo, i due elfi si mettono al lavoro. Entrambi si accostano ai corpi ormai privi di vita e iniziano a concentrarsi, dalle loro mani poste sui cadaveri si sprigiona un raggio fatto di una calda luce giallognola (zuinn zuinn zuinn). Al vedere tutto ciò Ulrim esclama: - Ma è un semplice incatesimo di cura ferite gravi non potrà mai riportarli in vita!!! - A quel punto l'altro elfo, Nipold, si avvicina e frappone sul raggio di luce un cristallo, una sorta di lente d'ingrandimento racchiusa da un elaborato manico dorato, prima su quello che è diretto al petto di Galanodir, poi su quello diretto verso Fleria. - Hai ragione giovane gnomo, non è tanto l'incantesimo che fa la differenza, quanto questa magica lente di potenziamento, che funziona solo con questo tipo di magie curatrici ed la cui realizzazione è un segreto del nostro popolo!

Dopo qualche istante ancora i due elfi cadono in ginocchio, sfiniti ma soddisfatti del loro lavoro. Immediatamente i due sfortunati avventurieri iniziano a sussultare e riprendono i sensi, ancora storditi vengono ragguagliati su cosa è successo...

- Mi unirò a voi se siete d'accordo nel combattere questo nemico che ha ucciso così barbaramente Uel, mio valoroso amico d'infanzia! Ma ora è bene che i miei compagni Egilon e Amon si rimettano in viaggio per tornare al nostro villaggio, questo tipo di incantesimo è molto debilitante... Se siete d'accordo invece io vi mostrerò il luogo, non molto distante, da dove credo sia possibile cogliere di sorpresa i nostri nemici!!!

24 gennaio 2008

Ritratti di famiglia


Raintar, a sinistra, e Areth, a destra, che discutono.









Andala e suo padre al picco della Reinaf.













I genitori di Fleria.....



....e la famiglia di Ulrim.





Sfigatto con il fratellino Garfield.








Che vogliono stare vicini vicini a Fleria e le sue sorelle!




Ci sono anche Blottor, Blottorik e Krusnik.

Ed ovviamente Pennello, con Pumba e Timon.











Per finire Drusilla con sua sorella maggiore Diana.

Gli altri fedeli di Lathander e dintorni


Ecco a voi i nobili fedeli della principale divinità di Tortusga: iniziamo con le grandi sacerdotesse Zoltan a sinistra, e Sodek a destra.






Seguite, piuù in basso a destra, da Mariahn e Zarkon, il gerofante.





Qui a sinistra invece c'è il monaco di Illmater, Uborg.










Infine i coraggiosi paladini Lurim e Krusnik.












Gli altri mezz'orchi

Partendo da sinistra il Capitano Stryke.
A destra il Luogotenente Askeer.
E più in basso la rparensentatne dei mezzorchi al granconsiglio della città,
Koilla.

Incisioni



Diamo un volto più o meno pittoresco a un po' PNGente

Iniziando con un po' di gente morta!

Da un antica incisione, alla vostra sinistra, ecco la celeberrima sacerdotessa Sarok.

Invece sulla destra Sarlan la paladina, madre di Drusilla.

18 gennaio 2008

Il risveglio di Tortusga

Ho deciso di ri-postare l'inizio dell'avventura qui sul blog in modo da averlo più comodamente a portata di mano quando serve...

Capitolo 1 - L'assedio

Dove viene data una missione più difficile del previsto circa una antica profezia e un mago antipatico dimostra di saperne più del re...

Dalle cinque torri perimetrali della città-stato di Tortusga, collegate tra loro da pesanti mura di cinta, piovevano frecce e dardi infuocati. L'antica città stava vivendo uno dei momenti più critici della sua millenaria storia. Una storia fatta, fino a quel momento, di convivenza pacifica tra popoli diversi. Gli arcieri si impegnavano al massimo nel cercare di colpire "a morte" quanti più di quegli orribili mostri che, da sotto le mura, con le loro schifose macchine rudimentali, tentavano l'ennesimo attacco. Erano scheletri, zombie, mummie, orrendi cadaveri sfigurati che solo una fantasia raccapricciante avrebbe potuto rassomigliare a quelli che un tempo erano stati i loro corpi vivi.

Intanto, nell'unica torre centrale di Tortusga, dalla finestra bifora più alta era affacciato l'uomo dalle cui decisioni dipendeva la sorte della città. La vista della battaglia che infuriava, come ormai da vari giorni, lungo le mura della città, era completa e incredibilmente chiara nella sua drammaticità.

- Non possiamo resistere ancora a lungo - Disse il re Mauritius in quel tono grave che Valentin aveva imparato a riconoscere nelle tante battaglie condotte insieme, mentre si stringeva nella sua veste imperiale imperiale decorata con le tartarughe stilizzate rosse, antico simbolo della città.

- Nonostante i grandi scudi magici che i nostri chierici hanno realizzato, nonostante le nostre mura millenarie protette dai nostri valorosi guerrieri specializzati nella nobile arte del tiro. Non abbiamo ancora molto tempo perché da quello che vedo i nostri nemici crescono in numero ogni giorni di più. Tu sei il mio pupillo, Valentin. La città ha bisogno di me qui ma ho deciso di affidare a te, uno dei miei cavalieri più giovani ma anche il più promettente, la missione che potrà significare la sopravvivenza della città o la sua condanna definitiva.

A queste parole gli occhi del giovane si fecero umidi e un brivido corse lungo la sua schiena. Il re aveva deciso di affidargli la missione che attendeva da una vita:

- Sire, lo sai che su un tuo ordine farei qualsiasi...

Le parole del valoroso guerriero furono interrotte da una voce stridula:

- Non affrettarti a ringraziare piccolo uomo!

Valentin e il re si voltarono di scatto, mentre entrambi pensavano, avendo riconosciuto la voce dell'anziano mago di corte Sefronius, come quella misteriosa figura riuscisse a trovarsi sempre nel momento giusto al posto giusto:

- Non credere che la missione che il tuuuuuo re ti vuole affidare sia una di quelle dove basterà menare le mani senza usare il tuo inutile cervello... Sono stato iiiiiio a suggerirgli che la nostra città si può salvare solo andando a recuperare... il nostro segreto!

- Di che segreto parli potente mago? - Replicò Valentin a mezza bocca, cercando di non far trasparire l'antipatia naturale che provava per Sefronius.

- Questo non serve che tu lo sappia, Valentin. - Aggiunse il re Mauritius. - Nemmeno io ero a conoscenza dell'antica profezia fatta dalla grande sacerdotessa Sarok, fondatrice della nostra città-stato. Una profezia che sembra proprio stia per compiersi...

Il mago, alto, dall'aspetto giovanile nonostante l'età avanzata e con una folta criniera di capelli dai riflessi castani chiari che faceva da cornice alle orecchie allungate, avvolto nel suo mantello oro e viola simbolo della scuola tortusgaense di alta magia, si fece avanti dall'angolo in penombra della stanza da cui era comparso all'improvviso.

- Non ti preoccupare piccolo uomo, ci sarà Ulrim insieme a te, che fa parte della mia scuola di alta magia e ha la mia fiducia incondizionata, oltre ad un manipolo di altri valorosi che il sire vorrà scegliere. A Ulrim ho confidato  la vostra missione sotto il sigillo magico del segreto. A voi altri "accompagnatori" basterà sapere che dovete trovare un uomo, di grande valore, che da anni ha lasciato la città portandosi con se il modo per compiere l'antica profezia!

Capitolo 2 - La chiamata

Dove due avventurieri molto diversi scoprono di aver motivi molto diversi per partecipare alla stessa avventura

Il suono della tromba risuonò secondo la melodia classica della città-stato. Un gruppetto di avventurieri si stava radunando per ascoltare con la dedizione tipica di chi vive per il rischio:

- Saranno le solite richieste di arruolamento per la difesa della città, che palle - Borbottò rumorosamente il possente nano da guerra Blottorich mentre si lasciava andare ad un rutto liberatorio.

- Bifolco! - Pensò l'alto elfo Galanodir tra se e se mentre si faceva spazio sinuosamente tra la piccola folla che si era creata.

- Per favore silenzio, eroi di corte di Tortusga! - La voce squillante del giovane bardo Gik risuonò al termine dello squillo di tromba. - Il re, sua maestà, sua magnificenza, sua altezza reale, Mauritius, convoca una adunanza di avventurieri per un compito che potrà rappresentare la salvezza o la sconfitta definitiva della città!

- Ecco lo sapevo... le solite cazzate! - continuò il nano mentre si scolava l'ultimo grosso sorso di birra e si voltava per andarsene - Non fanno altro che chiedere carne da macello per una difesa che non ha senso!

- Ehm ehm... per favore non interrompete! Il re, sua maestà, sua magnificenza, sua altezza reale, Mauritius, indice una Cerca Reale!

- Una Cerca mio giovane amico? E chi sarebbe il Destinato!? - Le ciglie e le orecchie dell'elfo si erano improvvisamente rizzate nel sentire lo scopo della missione.

- La Cerca avrà luogo nelle desolate paludi del Nergeb, dove gli eroi saranno teleportati dai maghi imperiali. Come sapete le ...

- Aspettate un attimo! Cerca Reale? Destinato!? Ma di che parlate? Per la barba di Ulric! Fatemici capire qualcosa! - Iniziò a urlare il nano mantendo a stento un minimo di autocontrollo. Il troppo alcol nelle vene iniziava a fare effetto...

- Zitto bifolco! - Galanodir lo freddò con lo sguardo. - Tutti coloro che hanno appena più di cent'anni, o che si siano degnati nella loro vita di leggere anche solo il più classico dei tomi di epica, sanno che una Cerca Reale è la più nobile e la più rischiosa delle avventure, nella quale il Re di uno stato fa cercare un personaggio di vitale importanza per il regno, il Destinato appunto!

- Forse non avrò letto la pica, come dici tu, ma di certo so tutto su questa, spilungone saccente! - gli urlò contro il nano brandendo la sua fedele ascia bipenne istoriata. La sollevò facendola roteare, avanzando goffamente a causa della birra, ma con tenacia, verso l'elfo, tra gli urli dei prensenti che si scanzavano frettolosamente per non rimanere colpiti.

- Calma, calma, in nome della Dea! - Li interruppe una giovane e slanciata donna, che indossava sfarzosamente la sua tunica arricchita dalle decorazioni equine tipiche della sua divinità, mentre sollevava con entrambe le braccia il bastone sulla testa cantilenando uno strano rituale.

Improvvisamente i due contendenti furono presi da una grande tranquillità, come se una barca nel bezzo di un mare in tempesta fosse stata improvvisamente colta dalla più incredibile bonaccia.

- Grazie mia amica, sacerdotessa Sarlan, se non fosse stato per te quei due se le sarebbero date! - Disse il giovane bardo. - La Cerca, come dicevo, avrà luogo nelle desolate paludi del Nergeb, luogo un tempo delle nostre colture delle tenerissime cosciotte di rana (slurp), ma ora ahimè infestato dalle armate di non morti che assediano la città da tempo!

- Non hai ancora risposto alle domande del nostro curioso elfo, mio giovane amico Gik - Riprese la sacerdotessa abbassando il suo bastone riccamente adornato.

- Non posso dire nulla di più sull'idendità del Destinato, sacerdotessa... Il Re stesso non la conosce!

- Non mi importa dell'identità del Destinato - intervenne l'elfo sopprimendo a stento uno sbadiglio, cosa che non gli succedeva da almeno una quarantina d'anni. - Voglio solo sapere se il premio è quello anticamente previsto per le Cerche!

- Certo nobile eroe! Chiunque sia giudicato il più valoroso dei partecipanti alla Cerca potrà scegliere chi vuole nel regno come sua leggittima sposa o sposo! E tutti gli altri partecipanti avranno la gratitudine del re...

- Allora parteciperò senz'altro - Esclamò Galanodir.

- Partecipo senz'altro anch'io! - Esclamò Blottorich imitando il tono pomposo dell'elfo - Nonostante la presenza di certi bellimbusti - Aggiunse prima di iniziare a russare pesantemente ancora in piedi, mentre quest'ultimo pensiero si formava nella sua testa - Quale occasione migliore per tornare in quelle paludi...

Intanto, una figura longinea che si era mantenuta in disparte, si avvicinò al bardo. Era una giovane donna, nessuno l'aveva notata sino a quelo momento. Le sue vesti sembravano confondersi con l'ambiente circostante. Sussurrò al bardo: - Sono Fleria, sono una guerriera e voglio partecipare. Gik non potè far altro che annuire.

Capitolo 3 - I costruttori

Dove si capisce di che tipo di missione di tratta... fango e sangue!

Parallelamente alla battaglia lungo le mura, se ne svolgeva un'altra sotterranea. Quelle orrende creature sapevano che la città di Tortusga era costruita su terreno instabile e quotidianamente mandavano le loro mummie minori a sacrificarsi incendiandosi all'interno di gallerie scavate dai loro scheletri. Ogni giorno e ogni notte, senza sosta, avanzano un po' di più... E mancava poco al momento in cui sarebbero arrivati all'interno delle mura della città.

Per prevenire il vigliacco attacco sotteraneo, il Re aveva dato ordine al Geniere capo di Stato Manfred de Lotis di rinforzare le fondamenta sotterranee degli edifici della cinta esterna.

- Le fondamenta di quegli edifici devono diventare una vera e propria corazza sotterranea della nostra città! - Aveva detto il re. E Manfred nel suo lavoro ci credeva. Non voleva permettere a quelle bestie di entrare nella città da sotto, se non riuscivano a entrare prima da sopra le mura. Nella sua esperienza di cinquant'anni di onorata carriera come geniere imperiale, non aveva mai costruito fondamenta così. Certo, tutti gli edifici di Tortusga avevano rinforzi speciali e robuste barre d'acciaio fuso nelle fucine imperiali, che avrebbero consentito ai palazzi sovrastanti di rimanere illesi anche a smottamenti tremendi. Ma queste fondamenta erano almeno tre volte più spesse e robuste di quelle normali...

Si era sempre chiesto come mai tanta cura nel progettare gli edifici di Tortusga, sin da quando ne era rimasto affascinato da bambino e aveva così deciso di dedicarcisi per tutto il resto della vita. Non aveva mai capito il reale motivo di tante cure, anche perchè la città non aveva mai subito il minimo tremore sismico, a memoria d'uomo. Ma gli elfi parlavano di scosse tremende in passato e le antiche storie narravano di Tortusga come di una città il cui sottosuolo era "sempre in movimento"... Inoltre il suo era un lavoro interessante e ben pagato, e tanto gli bastava.

Era assorto in quei pensieri, mentre controllava lo stato di una delle gallerie che condicevano alla cinta esterna insieme ad una squadra di suoi fidati genieri e a qualche nuova leva cui voleva mostrare la sua perizia, e non si accorse del silenzio che si era formato intorno.

Quando si voltò ebbe un attimo di malcelata emozione: Oh sire mi scusi non l'avevo sentita arrivare... come mai si spinge fin quaggiù - disse mangiando le parole mentre faceva un evidente inchino.

- Manfred son venuto sin qui perchè avevo bisogno di parlarti subito. Mi serve qualcuno dei tuoi uomini per una missione nelle paludi del Nergeb... Là gli avventurieri dovranno esplorare caverne molto simili a queste e probabilmente la vostra abilità nel costruire fondamenta risulterà necessaria...

- Ma.. ma sire, abbiamo pochissime persone per il lavoro che ci ha affidato e che è di importanza vitale!

- Manfred tu non sai... se questa missione non riesce nel suo intento tutto sarà inutile... Ogni resistenza sarà futile!

- Sire posso mandarvi qualcuno delle mie nuove leve, ragazzi ben addrestati ma che ancora non sono perfettamente integrati nel gruppo... Togliendo uno di quelli più anziani dal lavoro entro un paio di giorni avremo quelle bestie dentro casa!

- Vengo io sire - si fece avanti Martenus - Lavoro qui da qualche luna solamente ma ho imparato tutto quello c'è da sapere per costruire fondamenta, e in passato son stato un guerriero valoroso e un avventuriero anche se avevo deciso di ritirarmi...

Il sire lanciò una rapida occhiata al capo geniere che annuì rapidamente

- Sei dei nostri Martenus, rimetti i panni dell'avventuriero e non te ne pentirai. - Disse mentre si voltava e si allontanava a passo svelto verso l'uscita della galleria...

Martenus alla festa del RE

Praticamente vedete Martenus che fesetggia e canta insieme a Blottorich....i suoi pensieri pero sono rivolti anche alla sacerdotessa Marianh dopo l'incontro avuto nel tempio....

dopodichè cde in un sonno profondo vista la tremenda ubriacatura!!

Zora e la sua storia



“Mi hanno proibito di portare la mia arma, neppure Raintar ha osato privarmene…”

Alla mezz’orca non era piaciuto affatto dover lasciare alle guardie all’ingrasso la sua doppia ascia perfetta, per di più a degli umani…Ah, gli umani…ogni volta che decide di odiarli senza appello, qualcuno di loro fa qualcosa che la spiazza: la libertà concessa alla sua razza in quella città era una buona ragione per evitare di fare problemi quasi inutili, in fondo proprio disarmata non era….
Zora è decisamente confusa dagli alti soffitti sorretti dal legno e dal tepore delle stanze, se fosse veramente tutto come appariva avrebbe potuto far trasferire la sua famiglia in quel paradiso, e magari anche l’intera comunità.

Kord ti prego sostienimi anche in questa prova.”

Assieme a Blottorich, col quale aveva passato la giornata, viene accompagnata alla tavolata d’onore, che non era la tavolata principale, ma era addobbata quanto l’altra, nella principale si dispongono infatti il nuovo re le più alte rappresentanza religiose, politiche e magiche della città; d’istinto, pe’ non sape’ né legge’ e né scrive’, Zora prese nota mentalmente delle vie di fuga e degli ostacoli da superare per guadagnarle. Con un certo piacere nota che sono presenti anche alcuni suoi simili.
Al suo tavolo, in gran pompa, erano già parati lo gnometto, il paladino e l’altra ragazzina, solo il guerriero con gli occhi di demone si fa attendere un poco, presentandosi con la faccia di chi ti fa un favore.
Quindi il sontuoso banchetto ha inizio; tuttavia Zora non riesce a fruirne a pieno, colpa anche degli numerosi inservienti che le raccolgono in continuazione il tovagliolo, ma non lasciano nemmeno che i loro boccali si svuotino, finchè non giungono gli arrosti della gran caccia, ovvero cinghiali, daini e caproni. La concordia che coglie il cuore delle creature dopo un buon pasto e una bella bevuta cominciano a sciogliere il protocollo rigido che vigeva all’inizio: le chiacchiere cominciano ad essere più chiassose e le risate copiose e cristalline, le danze rallegrano ulteriormente gli astanti e mischiano allegramente le persone ai tavoli, anche al tavolo di Zora altri singolari personaggi cominciano un certo via vai, in parecchi si presentano vengono presentati e si profondono in discorsi di circostanza. Finché sul tardi Blottorich ebbro dell’eccellente birra dei monaci, in scia ad un sarcastico commento di Martenus, rincara la dose lamentandosi del fatto che il padre avesse fatto una finaccia per senza niente.
A quel punto Zora non si trattenne più e attirando l’attenzione sbattendo vigorosamente la mano sul tavolo rimbrottò accorata il nano, senza far troppo caso al suo tono di voce:

“Per Kord, non si offende in questo modo la memoria di un valoroso combattente! Tuo padre era un ottimo esempio da seguire, ha consolato me e i miei compagni quando ne avevamo bisogno, ci ha insegnato molte cose ed ha combattuto valorosamente al nostro fianco. E soprattutto è morto nel modo che aveva scelto: combattendo per garantire una vita felice e serena per te e per molte altre persone. Inoltre non è morto da solo, ma circondato da persone che diffondo in modo degno il ricordo! ”

A questo punto però la mezz’orca si incupisce un po’…

A zittire ogni risposta possibile da parte del neo-bardo si intromette un’altra mezz’orca dalle fattezze altrettanto imponenti accompagnata un elfo slanciato con una lunga verga e un copricapo singolare con al collo un grosso e sberlucciocoso sole che nasce:

“Queste sono parole giuste, valorosa sorella, degne della nostra stirpe. Io sono Koilla e ho l’onore di rappresentare la nostra razza nel gran consiglio della città. Questo vicino a me invece è il nobile gerofante di Lathander Zarkon”- L’elfo china il lungo corpo con reverenza; mentre le mezz’orche si stringono le mani, prendendosi però per i polsi, e si danno delle pacche sugli avambracci muscolosi. -“Tu non sei di queste parti, vero?”

Un po’ imbarazza, ma anche sul chi vive, Zora risponde meglio che può:

“No, vengo dall’impero, da una comunità clandestina a nord di Aluarim.”

“Ah, ecco perché chiami Kord l’eroico e giusto Lathander.” Asserisce Zarkon soddisfatto.

Ma Zora non sembra affatto convinta, ed ancora una volta Koilla interviene diplomaticamente:

“ Eh già, anche io sono nata nelle terre dell’impero, ed ho fatto un lungo viaggio per arrivare sin qui dove la nostra gente è libera e condivide liberamente la venerazione del nostro dio con altre razze. Anche io ero perplessa all’inizio, ma poi ho capito che è solo una questione di traduzione; quindi il nostro Kord qui è chiamato nella lingua del posto col nome di Lathander.
Ma dicci di più di te e del tuo viaggio….”

L’invito era palese, e l’intento era chiaro, per cui Zora che non aveva grossi segreti accetta di buon grado di raccontare la sua storia, anche se proprio tutto non aveva voglia di raccontarlo, ecco perché si era mantenuta sul vago sul suo paese d’origine.

“Io sono Zora Kurgar, ho 18 anni, almeno credo, non ho ancora ben capito quanto tempo sono rimasta prigioniera, ed ho lasciato dietro di me la mia famiglia: mia madre e mia figlia. Mio padre era un umano massacrato dai suoi simili perché tentava di fare da noi quello che qui è normale…
Anche il padre di mia figlia è un umano, ma di tutt’altra fatta, alla prima difficoltà ha lasciato me e la mia piccolina, appena nata, senza nessuna incertezza…”



Le pause sono pesanti e sofferte, il tono di voce decisamente più dimesso che in precedenza.

“Per non morire di fame, come molti altri di noi, ho lasciato la mia grotta per cercare fortuna nella vita da avventuriera, e diciamo che per un po’ le cose sono andate discretamente: eravamo stati reclutati per una missione apparentemente semplice e fruttuosa che poi si è protratta inaspettatamente sin’ora.
Iovanda una pazza e maledetta, nel vero senso della parola, aveva reclutato me ed altri avventurieri per trovare una draghessina di rame, Andala, che poi lei stessa voleva uccidere per acquistare l’eterna giovinezza nonostante fosse la madre! Ma in origine a rapirla era stato il fratello di Andala, il mezzo drago Riantar, reso folle da un altro figlio di Iovanada, Areth, un tief-qualcosa, insomma una sorta di mezzo demone molto potente, e tutto sto casino è successo per la sua gelosia.
Vi spiego meglio: la maledizione di Iovanda consisteva nel fatto che attirava sempre creature assai strane, così è stata prima col demone, padre di Areth; e poi col drago di rame. Areth, geloso del fatto che la madre non fosse rimasta fedele a lui ed al padre, ha deciso che in qualche modo avrebbe rovinato la vita di lei e dei suoi fratelli.
Alla fine però abbiamo ucciso Iovanda e riportato Andala dal padre, che però ci ha imposto di inseguire l’altro figlio ed ucciderlo, confidandoci che l’unica cosa per ucciderlo erano le ossa di Kuo-toa. Tuttavia né noi né lui sapevamo ancora che a rendere pazzo Raintar fosse stato il fratellastro demoniaco. Quindi alla luce della cosa non saprei se il drago padre, potrebbe cambiare idea.”

“Forse per non essere presa per pazza è meglio che ometta la storia del drago nero, dei viaggi negli altri piani e della strana creatura che ci seguiva, l’idillio con quell’altezzoso di Ardis! Magari soprattutto per quello non mi crederebbero…Però la storia dell’albero…con gli gnomi, quello magari sì.”

Infatti tutti la ascoltavano attentamente, e questo non la rassicurava, anche se Koilla e Zarkon annuivano, il tutto la rese un tantinello più imprecisa:

“Però in tutto questo eravamo arrivati in una città dell’impero dove c’era un’epidemia, che alla fine era causata dalla corruzione di un albero sotterraneo, dal quale dipendeva anche la sopravvivenza di un villaggio di gnomi nella foresta soprastante. Quindi liberata la città sotterranea dell’albero, al fine di curarlo e procurarci le ossa di rana siamo andati ad Aluarim alla ricerca di uno che poteva evocare un celestiale. Lo ha fatto, l’albero è stato curato, e in un modo un po’ macchinoso ci ha anche procurato le ossa di cui avevamo bisogno.
Quindi ci siamo rimessi sulle tracce di Raintar, che ci hanno portato dai Drow, o meglio, dalla loro regina, credo, o quanto meno capo, Ferilara, che era in fin di vita ed era anche stata privata del suo mantello…
Per altro io i Drow non li reggo proprio!
In pratica abbiamo scoperto che il mezzo drago si è in qualche modo alleato con gli elfi oscuri per formare un esercito, per portare distruzione e morte e tutto questo anche grazie a quel mantello strano.
Il nostro inseguimento tra mille peripezie combattimenti, strane creature ed imprese degne di essere meglio narrate è arrivato fino alle porte di questa città, dove le strane creature che abitano l’interno della tartaruga ci hanno attaccato, ma solo l’intervento diretto di Raintar con le sue migliaia di frecce velenose ci ha fatto soccombere, il bruciore era insopportabile, non riuscivo più a stare in piedi ed ho pregato Kord…ehm, Lathander che mi desse una buona morte, ma così non è stato…”


Zora, prima di proseguire, fa sconsolatamente spallucce, per sottolineare il fatto evidente di non essere morta, e poi riprende sforzandosi palesemente per ricordare:

“ Da quel momento è diventato tutto strano e nemmeno nei miei peggiori incubi avrei potuto immaginare quello che mi aspettava.
Ho perso il senso dello spazio e del tempo, non avevo più nemmeno il supporto dei miei compagni che non so a quale sorte sono stati destinati…
L’unico che vedevo era quel maledetto di Raintar che mi torturava senza stancarsi mai…Giocava come il gatto col topo, mortificandomi più che poteva con la sua magia, penso di essere stata il suo giocattolo preferito.
Infatti, lui era a pungolarmi con i suoi dardi acidi giusto poco prima che arrivasse uno strano pallone brillante che non ha resistito alla sua magia…Allora si è arrabbiato moltissimo e ha cominciato a gridare che per colpa mia aveva sprecato troppi incantesimi e che i pochi che gli erano rimasti avrebbe dovuto giocarseli bene contro chi aveva mandato la palla luminosa…Dopo di che ha fatto in modo che non morissi e se n’è andato.
Poi sono arrivati loro e siamo riusciti a venirne fuori vivi.”

“Non posso certo dirgli che Raintar mi manteneva in vita perché voleva piegarmi al suo volere e solo grazie alla mia fede in Kord non ci è riuscito, potrebbero non crederci e non fidarsi più di me!”

Il primo ad interrompere il silenzio è Zarkon che attesta con parole di solidarietà il fatto che la comunità tutta di Tortusga è felice di aver acquisito un membro tanto valoroso, inoltre il grande tempio della luce si sarebbe prodigato ad agevolare il pronto riassorbimento delle cicatrici che la possente femmina aveva mostrato durante il racconto scostando l’armatura di pelle, infertegli dall’insano aguzzino.

Dopo di che tutti, nei modi consoni alla propria indole, dimostrano a turno la propria solidarietà, più o meno sentitamente.

Ma prima che Koilla si accomiati Zora riesce a chiedergli come è organizzata la loro comunità, come contattarli e magari contattare la sua famiglia.
Pazientemente l’altra gli spiega che in città essendo liberi non sono certo organizzati come nell’impero, ma di solito la maggior parte di loro si riuniva alla taverna dei Lupi grigi, e che deve assolutamente conoscere Stryke, un capitano dell’esercito della città, e Asker un luogotenente di quest’ultimo, ma anche un gran scavezzacollo.

La notte è ormai inoltrata e finalmente Zora guadagna l’alloggio che le hanno procurato, ma fa fatica ad addormentarsi, ha l’insensata impressione che se chiude gli occhi quando li riaprirà si ritroverà davanti il ghigno pazzoide di Raintar!

Al suo risveglio, constatate le sue paure infondate, però una strana sensazione di disagio l’assale, tuttavia doveva farsi forza e mantenere la promessa fatta a Blottor.
Dopo, se tutto sirisolverà per il meglio potrebbe ricongiungersi alla sua famiglia.

17 gennaio 2008

La festa di Tortusga

Si avvicina la sera della festa, Valentin riceve la visita di Lurim con il quale parla degli ultimi cambiamenti nella città e riceve l’invito alla festa in onore ai vincitori della caccia reale. La sera si svolge la festa molto sontuosa con il nuovo re Manfred che fa gli onori di casa … ma lascio al master la descrizione dell’evento.

Dopo la festa il paladino sembra essere uno dei primi ad andarsene anche se non sembrava avere particolarmente fretta di lasciare la festa …

I giorni successivi passano principalmente nei suoi doveri verso Lathander e il duro allenamento (come sempre da quando è entrato nella gilda). Non disdegna però di fare visita al tempio dove si informa sulla missione di Drusilla durante lunghe chiacchierate con Marihan. Dopo la visita al “tempio” va a trovare il suo amico Krusnik per vedere come vanno le sue ferite e per dargli informazioni su Drusilla.

Le giornate sembrano passare velocemente come la quiete prima della tempesta ….

... le visite al tempio servono anche per cercare più informazioni possibili sulla profezia di Tortusga anche se in questo Drusilla potrebbe avere sicuramente maggiore successo.

16 gennaio 2008

Background di ULRIM

CAPITOLO I
Io sono Ulrim, figlio di Mirlu, figlio di Imurl, figlio di Murli, figlio di Rumli, figlio di Lurmi, figlio di Urilm. Altre 2 o 3 generazioni e non sapremo più che nome dare ai nostri figli!!
Come ogni gnomo che si rispetti sono cresciuto libero di giocare e scoprire il mondo che mi circondava.
Per qualche anno ho seguito con interesse degli studi alchemici ma dopo il quarto trasloco per crollo della caverna (causa esplosioni involontarie) ho deciso di lasciar perdere. Per dimenticare la delusione mi sono buttato a capofitto nella passione di mio padre: le invenzioni. Ben presto ho realizzato che più che costruire sono portato, mio malgrado, a demolire. Ero quasi sfiduciato a dover condurre una vita da minatore quando la magia, in particolar modo l'illusionismo, mi ha strappato alle gemme!
Cosi al compimento del 40° anno, come tutti gli gnomi mi sono allontanato da casa per iniziare i miei studi e dopo 10 anni sono tornato con la barba un pò più lunga, con qualche cicatrice in più e con un tomo degli incantesimi tutto mio.

CAPITOLO II
Ricordo quel giorno come se fosse ieri, non potrò mai dimenticarlo.Mi ero alzato prima dell'alba e dopo una veloce colazione ero già sul sentiero che s'inerpica sul monte Sano quando, forse complice la poca visibilità... misi male il piede e caddi, perdendo i sensi.

Maledetto, stramaledetto, mille volte maledetto. Mi sono risvegliato con una strana sensazione, ero davvero io? Dove mi trovavo? Perchè mi sentivo a disagio nel mio stesso corpo?Poi ho ricordato tutto. Sapevo chi ero e cosa dovevo fare. Ho lasciato che la mia furia si abbattesse sul mio villaggio. Insulsi gnomi. Vi ucciderò uno ad uno se dovesse essere necessario. Sono tornato a casa mia e ho ucciso la mia famiglia, senza pietà, senza esitare, provando quasi un senso di sollievo. Ero al pieno della potenza magica ed è stato divertente entrare in ogni singola capanna protetto da un silenzio magico e uccidere tutti gli abitanti. Gli ho tagliato la gola nel sonno, gli ho dato fuoco, li ho colpiti con i miei potenti incantesimi, ho evocato creature che li uccidessero per me. Non mi accorgevo del tempo che passava se non quando sono tornate ancora le tenebre... allora ho dato fuoco ad ogni capanna e ho rifatto il giro per accertarmi che nessuno fosse scampato alla mattanza. Poi mi sono accorto che stavo per crollare dalla stanchezza e ho avuto la prontezza di preparare un incantesimo per ingannarlo. E' facile vedere quello che si vuole vedere, anche quando non c'è. Sono tornato sulla montagna appena in tempo per vedere le prime luci dell'alba e lanciando un urlo di disperazione sono caduto a terra.

Mi risvegliai che albeggiava, stanchissimo e maledicendo la mia goffagine ripresi il cammino recuperare per le bacche del diavolo che mi mancavano per completare un incantesimo. Le trovai nella solita radura e tornai al villaggio, sperando di fare in tempo a replicare la colazione con mio fratello. Ma appena intravidi le prime case del villaggio capii che qualcosa non andava. Le capanne erano annerite, presumibilmente da un grande incendio già domato... ma in giro non c'era nessuno, cosi entrai nella prima casa... solo cadaveri.. amici, parenti tutti morti. In preda alla disperazione corsi fino alla mia casa ma anche li la stessa scena. E ancora, ancora. Tutto il villaggio era stato distrutto.
Ma chi poteva esser stato? E perchè? E come avevano fatto in cosi poco tempo? Troppe domande e nessuna risposta mi tormentavano, poi la scoperta di un messaggio lasciato col sangue da mastro Ianni. Poche lettere ma inequivocabili. Il nome del più grande villaggio di gnomi della regione. Chi ha fatto quello scempio doveva esser diretto li. Ed io dovevo precederli, ma non prima d'aver dato sepoltura a tutte le vittime.

CAPITOLO III
Ho passato gli ultimi dieci anni ad inseguire i misteriosi e feroci assassini che sterminarono la mia gente. Non ho ottenuto nessun risultato e in mano non ho niente di più di quanto avessi la maledetta alba di dieci anni fa. Ho affinato e potenziato le mie arti magiche ma questo non mi è servito a placare la mia sete di vendetta. In un paio di casi pensavo di aver ritrovato le tracce, dinnanzi ad altri villaggi gnomici rasi al suolo, ma non sono mai riuscito a trovare nessun superstite, tantomeno informazioni più dettagliate sui colpevoli o sulle loro mosse future.
Oggi però le cose sono cambiate, una vecchia indovina ha cercato di dare una risposta alle mie tante domande: lei sostiene che il bersaglio di quei massacri sono proprio io (anche se non capisco proprio perchè) e mi ha consigliato di girare alla larga dai villaggi della mia gente, almeno fino a quando non avrò risolto il mistero.
Inoltre mi ha fatto intendere che si sta diffondendo una certa "fama" sul mio conto e per tanti che gnomi che non gli le danno peso, altri mi vedono come iettatore ed alcuni addirittura mi credono responsabile di quei massacri. Le ho dato una bellissima gemma per ringraziarla e anche se non do molto peso alle sue parole, credo che un periodo lontano dalla mia gente non potrà che farmi bene.

CAPITOLO IV
Sono pronto a mettermi in viaggio, apro la mappa e scelgo un punto a caso: Tortusga. Sono diretto li, chiederò l'ammissione alla gilda cittadina e penserò solamente ad aumentare i miei poteri per riuscire un giorno a scoprire i colpevoli e prendermi la mia vendetta.

Punti esperienza fino all'uscita dalla tartaruga

Per semplificare un po', anzichè calcolare i PX delle singole azioni vado a "scene":

  PX Iniziali Indagini all'esterno Nel cunicolo Lotta con
El-Areth
Enigma per la reliquia Uscita dalla tartaruga PX Finali
Valentin 23900 500 100 800 300 500 26100
Martenus 30150 800 600 450 100 100 32200
Drusilla 23800 400 400 600 300 500 26000
Ulrim 23800 500 200 1600 500 400 27000
Fleria 30100 400 100 600 100 100 31400
Blottorich 30750 600 600 350 500 300 33100
Zora             28500

 

Veniamo ora ai bonus di metagioco:

  PX Iniziali Cronache Background Sedute PX Finali
Valentin 26100 600 500 300 27500
Martenus 32200   500 300 33000
Drusilla 26000   500 300 26800
Ulrim 27000 200 500 300 28000
Fleria 31400   500 300 32200
Blottorich 33100     300 33400
Zora         28500

 

Ulrim è passato all'8* livello... Alcuni altri sono veramente ad un passo per raggiungerlo ...

15 gennaio 2008

Il passato di Fleria


Tutto ha inizio nelle foreste Nifree in cui il popolo elfico del re Malen e la regina Filan vive la propria esistenza in totale isolamento da tutte le altre razze poiché considerate inferiori e incapaci di governare i propri impulsi. Solo il mago Binglin del villaggio Selcan ha libero accesso alla comunità come ambasciatore anche se non viene visto di buon occhio per alcuni comportamenti non proprio trasparenti. Oltre al re e alla regina Binglin è l’unico a conoscere il destino che avvolge quelle terre.
Malen sa che dando alla luce un figlio avrebbe portato la città alla distruzione.
Gli anni scorrono e la comunità elfica cresce mentre il re e la regina sono avvolti da un velo di disperazione per non poter donare il proprio amore ad un figlio.
Un giorno Filan si rende conto di essere incinta; pur avendo terrore di rivelare l’evento per lei gioioso, ma per il re inspiegabilmente terribile, decide di comunicarlo a quest’ultimo e insieme decidono ugualmente di dare alla luce Galariar.
La città da avvio ai festeggiamenti che durano giorni senza sapere però che quel tanto atteso avvenimento avrebbe portato disgrazie e rovina.
Passano gli anni e Galariar diventa una giovane e forte elfa. Un giorno durante una delle sue solite passeggiate nelle foreste Nifree, Galariar trova vicino ad un ruscello il corpo di un uomo delirante e ferito ad una spalla. In un primo momento, secondo gli insegnamenti della sua comunità, Galariar pensa di dover comunicare il ritrovamento al padre e lasciare a lui e ai saggi della comunità la decisione sul destino di quell’uomo, ma guardandolo in volto sente uno strano calore nel suo cuore, un calore che non aveva mai provato prima, [quest’essere non è malvagio] pensa lei [se racconto tutto sicuramente emetteranno una sentenza di morte perché a nessuno è permesso di superare le notre terre]. Galariar decide allora di prendere l’uomo e lo nasconde in una grotta e ogni giorno si reca da lui per cercare di curarlo [chi è, perché si trova nelle nostre terre?].
Una mattina mentre Galariar pulisce la ferita alla spalla l’uomo si sveglia e la guarda.
Galariar fa un balzo e si allontana impaurita, fa per scappare ma l’uomo la ferma dicendo il suo nome “sono Vermurin, figlio di Kendel, tu chi sei, dove sono?” Galariar si ferma e si gira “io sono Galariar figlia del re Malen“. Vermurin sentito il nome di Malen si rende conto di essere in terra elfica “tu mi hai aiutato, perché? Dovrei già essere morto secondo i vostri canoni”. Galariar non sa spiegare il perché, si avvicina senza rispondere “non ti muovere, la tua spalla….vedi…..devo finire di pulirla”. Vermurin si lascia avvicinare.
Passano i giorni e tra i due nasce un profondo amore .Vermurin deve tornare alla sua città ma promette a Galariar di tornare da lei.
Dopo un mese si rincontrano di nascosto e Galariar confessa a Vermurin di essere in cinta. Angoscia e terrore avvolge i due, ma Galariar sicura dell’amore del padre gli rivela tutto.
Malen è sconvolto, [un elfo che si mischia con la razza umana, il popolo si ribellerebbe a ciò e sarei costretto a uccidere mia figlia]. Malen decide allora di far rifugiare i due innamorati presso un luogo sicuro nel bosco [farò credere a tutti che mia figlia non è in ottima salute e che ha bisogno di tranquillità e per questo la manderò via].
Purtroppo durante il tragitto, i due vengono visti dal mago Binglin il quale, compresa la tresca, rivela la cosa al suo re Kendel.
Kendel organizza una spedizione alla ricerca del suo unico figlio. Passano i mesi ma dei due nessuna traccia.
Il mago durante una riunione del Consiglio elfico prende la parola e decide di rivelare a tutti i Consiglieri il tradimento di Galariar e del suo re. Gli elfi dichiarano a morte Galariar per aver trasgredito una delle leggi della comunità. Parte la caccia ai due.
Nel frattempo presso il rifugio nel bosco, nasce Linerin
Galariar e Vermurin venuti a sapere della dichiarazione di morte decidono di portare in salvo Linerin e di consegnarla momentaneamente ad una coppia di contadini loro amici fedeli. I due cercano quindi di scappare ma vengono scoperti dal consiglio elfico, cercano di difendersi ma vengono uccisi.
L’armata di Kendel seguendo le tracce degli elfi riesce a trovare il nascondiglio dei due, ma davanti ai loro occhi si prospetta una scena di morte e sangue.
Kendel viene informato e il re con tutta la sua ferocia accanisce il suo miglior esercito contro le terre Nifree “devono pagarla per quello che hanno fatto”.
Scoppia una guerra tra umani ed elfi e nella confusione Malen e la sua Regina riescono a scappare…chissà dove!!
Linerin passa la sua esistenza insieme ai due contadini, per lei i suoi veri genitori. Diventata ormai grande le viene svelata la sua vera identità e che a causa del mago Binglin i suoi veri genitori sono morti, sono morti per salvarla ma che i suoi nonni sono riusciti a scappare per terre a loro sconosciute.
Linerin, pur amando i due contadini, sconvolta decide di partire per dare un senso alla sua vita e cercare la parte del suo sangue ancora in vita.
Vagabonda di villaggio in villaggio finchè non conosce Kesper che la fa unire alla gilda dei ladri.
Qui Linerin, per sopravvivere, impara l’arte del furto, del saccheggio, e soprattutto l’arte del non fidarsi di nessuno - TE STESSA PRIMA DI OGNI COSA -, questo era il suo motto!
Decide di cambiare nome per nascondere la sua vera identità, ed a tutti dirà di chiamarsi FLERIA.
Nel suo viaggiare arriva alla città di Tortusga e decide di partecipare ad una missione proposta dal re in persona, per salvare la città.
[CHISSA’, MAGARI CI SARA’ QUALCOSA DA GUADAGNARE].

6 gennaio 2008

Valentin "il nobile"

Valentin è figlio di Lauren una delle sacerdotesse di Lathander, cresce negli agi della nobiltà di Tortusga.

Non è ben chiaro chi sia il padre del giovane, la madre è sicuramente una delle donne più belle della città ma non è sposata, inoltre nonostante le leggi permettano ai paladini di generare figli con le sacerdotesse senza troppi “vincoli” Lauren sembra essere al di fuori di questa regola. Forse il suo alto lignaggio gli permette di avere dei privilegi che ad altre non sono permessi … Fin da piccolo Valentin cresce nella nobiltà della città stato ed in quanto figlio di una sacerdotessa (anche se non delle più dotate) viene avviato alla carriera di paladino. Non passa inosservato il fatto che la sua famiglia sembri essere particolarmente ben voluta dal re.

La vita non è certo malevola con lui e di fatto non sente la mancanza di un padre, entrato giovanissimo nella gilda si mette velocemente in mostra tanto che Grithnir il capo delle guardie reali diventa il suo mentore.

Una guida così vicina al re facilitano l’incontro tra il giovane ed il reggente, questo ed i suoi brillanti risultati nella gilda gli permettono di diventare, nonostante la giovane età, il pupillo del re. Questo gli da dei favori ma anche dei problemi, infatti non avendo un padre riconosciuto e tutti i privilegi che gli vengono forniti fanno sospettare ad una paternità regale per cui l’invidia cresce fra i suoi compagni.

Non è facile per il giovane Valentin il primo è un amico d’infanzia ovvero Urriah gli fa un po’ da fratello maggiore essendo più grande di lui, si ritrovano insieme anche nella gilda. Altri ne trova all’interno del tempio di Lathander dove l’invidia è meno presente, qui infatti conosce Drusilla una giovane sacerdotessa e con lei Marihan. Iniziano a frequentarsi anche in 4 ci vuole poco affinché le due sacerdotesse si innamorano dei paladini, Drusilla di Urriah e Marihan di Valentin. Urriah finisce l’addestramento alla gilda e viene mandato a nord per fondare una nuova comunità, così Valentin perde un appoggio nella loro città ed anche Drusilla l’amore a distanza non sembra funzionare proprio nel migliore dei modi.

Anche la vita sentimentale di Valentin non va proprio a gonfie vele infatti si sente in soggezione perché Marihan si avvicina sempre di più a diventare una sacerdotessa e per lui sarebbero ulteriore motivo di “favoritismi” cosa che non vorrebbe, decide quindi di concentrarsi nella propria carriera lasciando indietro il proprio amore ovviamente rimanendo in ottimo rapporto con quelli che sembrano essere i suoi unici veri amici!! Infatti è probabile che le altre persone siano a lui amiche più per interessi e per ottenere favoritismi che per reali motivi affettivi. L’unico che sembra avere un’amicizia non interessata è un nano Krusnik che con Drusilla iniziano a formare una coppia … ma nelle missioni infatti la sacerdotessa era ancora legata a Urriah.

Valentin decide di concentrare tutte le sue energie nel dimostrare quello che vale nonostante i favori che gli vengono riconosciuti, quindi anche la nuova amicizia viene messo in secondo piano come l’amore. Valentin si dimostra il migliore del suo corso e velocemente diventa paladino, Grithnir si accorge che il suo allievo è più agile che non forte e quindi decide di regalargli l’arco che lo accompagna nelle sue avventure. Il suo mentore diventa sempre più vecchio e si deve pensare a chi lo sostituirà, sono in molti a pensare che il compito spetti al suo allievo ma è troppo giovane ed inesperto quindi è Lurim a diventare il capo delle guardie ed almeno in questo caso non si vocifererà dei favoritismi verso Valentin.

Uscito dalla gilda per dimostrare il suo valore Valentin accetta tutte le sfide più difficili cosa che lo mette maggiormente un evidenza nei confronti del re, in questo modo si guadagna a soli 20 anni l’incarico di partecipare alla caccia reale per avverare la profezia la missione più importante di Tortusga.

2 gennaio 2008

Il recupero della reliquia

Fleria continua il dialogo con la tartaruga al fine di apprendere più informazioni sulla sua nuova missione, scopre che in epoche remote il popolo della tartaruga era presente sulla terra e nuove creature giunsero sul pianeta. Queste creature fecero in modo che lei cadesse in questa specie di letargo affinché la pace fra i suoi sudditi o meglio “figli” fosse messa in discussione.

L’incantatrice ovvero colei che l’ha addormentata avrà sicuramente il sapere per risvegliarla.

Infine ci rivela che El-areth fra circa un’ora sarà di ritorno, ci mettiamo a scovare delle tracce e Valentin si accorge che nel posto dove prima era presente il falso profeta c’è la traccia di un passaggio dimensionale ecco cosa è successo!!!

Si avvicina a noi Tal-orb, mentre gli altri geomanti sembrano scomparsi nella terra, parlando con lui ci rivela la posizione della reliquia, questa è in un ventricolo chiuso e protetto magicamente, EL-areth si vantava che la loro scarsa intelligenza non sarebbe mai stata in grado di superare la sua protezione ed infatti alcuni geomanti sono morti nel tentativo. Avvertiti anche i geomanti del ritorno del loro nemico (attraverso Tal-orb) ci avviamo velocemente verso la reliquia, nel frattempo il consiglio dei geomanti deciderà il da farsi. Ci troviamo davanti all’entrata con una specie di indovinello sono presenti 3 figure geometriche e per l’esattezza un pentagono, un esagono ed un ettagono. Sotto queste figure tre simboli che Ulrim e Blottorich ci rivelano essere delle lettere dell’alfabeto draconico, sotto l’ultima figura manca il terzo simbolo. Con uno sforzo i due riescono anche a ricordare una specie di tabella che mette in relazione queste lettere con dei numeri e con le lettere dell’alfabeto comune, non è facile trovare l’abbinamento ed alla fine al mago viene la soluzione se trasformate in numeri i simboli indicano l’apotema delle figure!! Possiamo così completare l’enigma con l’ultimo simbolo mancante. La prima ad entrare nella stanza è la sacerdotessa la quale più di una volta aveva dimostrato la fretta nel ritrovamento della reliquia, appena l’afferra scompare. Nella stanza ci sono 3 nicchie buie ed un gruppo di oggetti magici, prendiamo velocemente gli oggetti finché Martenus non si mette in guardia pronto a colpire in direzione di una delle nicchie poco dopo ne compare un grosso essere che attacca in nostro guerriero, il nostro avversari è di forma umanoide ma di dimensione superiori alla media almeno per le tipiche razze presenti a Tortusga!! Sembra vestito in modo da nascondere i suoi tratti, è abile nel combattimento il suo grido recita “Per la furia di Kor, uscirò anche da questa prigione” . Valentin si rende conto che il suo avversario sta solamente cercando di fuggire da quel luogo e riesce a convincerlo che non deve sconfiggerci ma che possiamo aiutarlo!! Scopriamo che il nome della creatura è Zora e che sta cercando i figli di Blottor in particolare la figlia. Blottorich non sapeva di avere una sorella o forse sorellastra ma si dice disposto ad indagare, Ulrim amico di suo padre prima che suo potrebbe avere più informazioni. Il tempo stringe e stiamo per andare quando il nano si sente bloccato, infatti negli oggetti di poco prima aveva trovato un mazzo di carte che è caduto aprendosi, ora sente la necessità di prendere una carta e quindi lo fa!! Appena fatta questa operazione compare una strana creatura dimensionale ricoperta di catene che sembra avercela con il nostro compagno, dopo una serie di colpi riusciamo a rimandarla nella sua dimensione. Il mazzo è sicuramente maledetto infatti il nano non riesce a separarsene, la conferma arriva anche dal mago che gli consiglia di trovare il modo di disfarsene.

Il tempo stringe mancano ormai solo 4 minuti ed il modo più veloce di uscire è grazie alla tartaruga, veniamo avvertiti che i geomanti ci ringraziano ma che hanno deciso di lasciare quel luogo onde evitare di cadere nuovamente vittime di El-areth. In caso di necessità potremo sempre contare sui geomanti anche se non è proprio chiaro come faremo a contattarli, torniamo nella stanza del cuore e lì Fleria entra nuovamente in contatto con la creatura la quale ci trasporta nel cunicolo che avevamo scavato, appena in tempo infatti si stava materializzando El-aret che Zora chiama Raintar. Meglio non rimanere nei paraggi, risaliamo il cunicolo per arrivare nell’edificio diroccato, qui FLeria ci dice che è stata avvelenata della tartaruga per assicurarsi che trovi il modo di risvegliarla, per non morire ogni settimana dovrà tornare per riferire delle sue ricerche pena la morte. Detto questo la ladra si mette a piangere non è certo quello che si aspettava da questa avventura, interviene Valentin che propone di andare al tempio di Lathander li infatti sono presenti i migliori guaritori e forse avremo anche notizie di Drusilla!!

Fleria e Martenus che sono quelli nelle condizioni peggiori rimarranno lì tutto il pomeriggio Blottorich, Ulrim e Zora si fanno anche loro curare le ferite cha hanno riportato e successivamente cercano di avere notizie di Drusilla, Valentin dopo aver fatto visita a Krusnik che ora sembra in condizioni migliori si reca anche lui nella zona delle sacerdotesse. In questa zona si trova con gli altri compagni al cospetto di Marihan che ci rivela che Manfred è ora in nuovo re (cosa che già Ulrim sapeva ma non aveva detto a nessuno) questa sera ci sarà una grande festa per la vittoria e noi saremo gli ospiti d’onore!! Scopriamo che Drusilla è una missione considerata “facile” e tutti pensiamo che stia riportando la reliquia al suo posto, essendo stati spazzati via i non morti non dovrebbero esserci grossi pericoli per la nostra amica. Il paladino si intrattiene per lungo tempo con la sua “amica” mentre gli altri vanno per le loro strade in attesa del ricevimento.