Ho deciso di ri-postare l'inizio dell'avventura qui sul blog in modo da averlo più comodamente a portata di mano quando serve...
Capitolo 1 - L'assedio
Dove viene data una missione più difficile del previsto circa una antica profezia e un mago antipatico dimostra di saperne più del re...
Dalle cinque torri perimetrali della città-stato di Tortusga, collegate tra loro da pesanti mura di cinta, piovevano frecce e dardi infuocati. L'antica città stava vivendo uno dei momenti più critici della sua millenaria storia. Una storia fatta, fino a quel momento, di convivenza pacifica tra popoli diversi. Gli arcieri si impegnavano al massimo nel cercare di colpire "a morte" quanti più di quegli orribili mostri che, da sotto le mura, con le loro schifose macchine rudimentali, tentavano l'ennesimo attacco. Erano scheletri, zombie, mummie, orrendi cadaveri sfigurati che solo una fantasia raccapricciante avrebbe potuto rassomigliare a quelli che un tempo erano stati i loro corpi vivi.
Intanto, nell'unica torre centrale di Tortusga, dalla finestra bifora più alta era affacciato l'uomo dalle cui decisioni dipendeva la sorte della città. La vista della battaglia che infuriava, come ormai da vari giorni, lungo le mura della città, era completa e incredibilmente chiara nella sua drammaticità.
- Non possiamo resistere ancora a lungo - Disse il re Mauritius in quel tono grave che Valentin aveva imparato a riconoscere nelle tante battaglie condotte insieme, mentre si stringeva nella sua veste imperiale imperiale decorata con le tartarughe stilizzate rosse, antico simbolo della città.
- Nonostante i grandi scudi magici che i nostri chierici hanno realizzato, nonostante le nostre mura millenarie protette dai nostri valorosi guerrieri specializzati nella nobile arte del tiro. Non abbiamo ancora molto tempo perché da quello che vedo i nostri nemici crescono in numero ogni giorni di più. Tu sei il mio pupillo, Valentin. La città ha bisogno di me qui ma ho deciso di affidare a te, uno dei miei cavalieri più giovani ma anche il più promettente, la missione che potrà significare la sopravvivenza della città o la sua condanna definitiva.
A queste parole gli occhi del giovane si fecero umidi e un brivido corse lungo la sua schiena. Il re aveva deciso di affidargli la missione che attendeva da una vita:
- Sire, lo sai che su un tuo ordine farei qualsiasi...
Le parole del valoroso guerriero furono interrotte da una voce stridula:
- Non affrettarti a ringraziare piccolo uomo!
Valentin e il re si voltarono di scatto, mentre entrambi pensavano, avendo riconosciuto la voce dell'anziano mago di corte Sefronius, come quella misteriosa figura riuscisse a trovarsi sempre nel momento giusto al posto giusto:
- Non credere che la missione che il tuuuuuo re ti vuole affidare sia una di quelle dove basterà menare le mani senza usare il tuo inutile cervello... Sono stato iiiiiio a suggerirgli che la nostra città si può salvare solo andando a recuperare... il nostro segreto!
- Di che segreto parli potente mago? - Replicò Valentin a mezza bocca, cercando di non far trasparire l'antipatia naturale che provava per Sefronius.
- Questo non serve che tu lo sappia, Valentin. - Aggiunse il re Mauritius. - Nemmeno io ero a conoscenza dell'antica profezia fatta dalla grande sacerdotessa Sarok, fondatrice della nostra città-stato. Una profezia che sembra proprio stia per compiersi...
Il mago, alto, dall'aspetto giovanile nonostante l'età avanzata e con una folta criniera di capelli dai riflessi castani chiari che faceva da cornice alle orecchie allungate, avvolto nel suo mantello oro e viola simbolo della scuola tortusgaense di alta magia, si fece avanti dall'angolo in penombra della stanza da cui era comparso all'improvviso.
- Non ti preoccupare piccolo uomo, ci sarà Ulrim insieme a te, che fa parte della mia scuola di alta magia e ha la mia fiducia incondizionata, oltre ad un manipolo di altri valorosi che il sire vorrà scegliere. A Ulrim ho confidato la vostra missione sotto il sigillo magico del segreto. A voi altri "accompagnatori" basterà sapere che dovete trovare un uomo, di grande valore, che da anni ha lasciato la città portandosi con se il modo per compiere l'antica profezia!
Capitolo 2 - La chiamata
Dove due avventurieri molto diversi scoprono di aver motivi molto diversi per partecipare alla stessa avventura
Il suono della tromba risuonò secondo la melodia classica della città-stato. Un gruppetto di avventurieri si stava radunando per ascoltare con la dedizione tipica di chi vive per il rischio:
- Saranno le solite richieste di arruolamento per la difesa della città, che palle - Borbottò rumorosamente il possente nano da guerra Blottorich mentre si lasciava andare ad un rutto liberatorio.
- Bifolco! - Pensò l'alto elfo Galanodir tra se e se mentre si faceva spazio sinuosamente tra la piccola folla che si era creata.
- Per favore silenzio, eroi di corte di Tortusga! - La voce squillante del giovane bardo Gik risuonò al termine dello squillo di tromba. - Il re, sua maestà, sua magnificenza, sua altezza reale, Mauritius, convoca una adunanza di avventurieri per un compito che potrà rappresentare la salvezza o la sconfitta definitiva della città!
- Ecco lo sapevo... le solite cazzate! - continuò il nano mentre si scolava l'ultimo grosso sorso di birra e si voltava per andarsene - Non fanno altro che chiedere carne da macello per una difesa che non ha senso!
- Ehm ehm... per favore non interrompete! Il re, sua maestà, sua magnificenza, sua altezza reale, Mauritius, indice una Cerca Reale!
- Una Cerca mio giovane amico? E chi sarebbe il Destinato!? - Le ciglie e le orecchie dell'elfo si erano improvvisamente rizzate nel sentire lo scopo della missione.
- La Cerca avrà luogo nelle desolate paludi del Nergeb, dove gli eroi saranno teleportati dai maghi imperiali. Come sapete le ...
- Aspettate un attimo! Cerca Reale? Destinato!? Ma di che parlate? Per la barba di Ulric! Fatemici capire qualcosa! - Iniziò a urlare il nano mantendo a stento un minimo di autocontrollo. Il troppo alcol nelle vene iniziava a fare effetto...
- Zitto bifolco! - Galanodir lo freddò con lo sguardo. - Tutti coloro che hanno appena più di cent'anni, o che si siano degnati nella loro vita di leggere anche solo il più classico dei tomi di epica, sanno che una Cerca Reale è la più nobile e la più rischiosa delle avventure, nella quale il Re di uno stato fa cercare un personaggio di vitale importanza per il regno, il Destinato appunto!
- Forse non avrò letto la pica, come dici tu, ma di certo so tutto su questa, spilungone saccente! - gli urlò contro il nano brandendo la sua fedele ascia bipenne istoriata. La sollevò facendola roteare, avanzando goffamente a causa della birra, ma con tenacia, verso l'elfo, tra gli urli dei prensenti che si scanzavano frettolosamente per non rimanere colpiti.
- Calma, calma, in nome della Dea! - Li interruppe una giovane e slanciata donna, che indossava sfarzosamente la sua tunica arricchita dalle decorazioni equine tipiche della sua divinità, mentre sollevava con entrambe le braccia il bastone sulla testa cantilenando uno strano rituale.
Improvvisamente i due contendenti furono presi da una grande tranquillità, come se una barca nel bezzo di un mare in tempesta fosse stata improvvisamente colta dalla più incredibile bonaccia.
- Grazie mia amica, sacerdotessa Sarlan, se non fosse stato per te quei due se le sarebbero date! - Disse il giovane bardo. - La Cerca, come dicevo, avrà luogo nelle desolate paludi del Nergeb, luogo un tempo delle nostre colture delle tenerissime cosciotte di rana (slurp), ma ora ahimè infestato dalle armate di non morti che assediano la città da tempo!
- Non hai ancora risposto alle domande del nostro curioso elfo, mio giovane amico Gik - Riprese la sacerdotessa abbassando il suo bastone riccamente adornato.
- Non posso dire nulla di più sull'idendità del Destinato, sacerdotessa... Il Re stesso non la conosce!
- Non mi importa dell'identità del Destinato - intervenne l'elfo sopprimendo a stento uno sbadiglio, cosa che non gli succedeva da almeno una quarantina d'anni. - Voglio solo sapere se il premio è quello anticamente previsto per le Cerche!
- Certo nobile eroe! Chiunque sia giudicato il più valoroso dei partecipanti alla Cerca potrà scegliere chi vuole nel regno come sua leggittima sposa o sposo! E tutti gli altri partecipanti avranno la gratitudine del re...
- Allora parteciperò senz'altro - Esclamò Galanodir.
- Partecipo senz'altro anch'io! - Esclamò Blottorich imitando il tono pomposo dell'elfo - Nonostante la presenza di certi bellimbusti - Aggiunse prima di iniziare a russare pesantemente ancora in piedi, mentre quest'ultimo pensiero si formava nella sua testa - Quale occasione migliore per tornare in quelle paludi...
Intanto, una figura longinea che si era mantenuta in disparte, si avvicinò al bardo. Era una giovane donna, nessuno l'aveva notata sino a quelo momento. Le sue vesti sembravano confondersi con l'ambiente circostante. Sussurrò al bardo: - Sono Fleria, sono una guerriera e voglio partecipare. Gik non potè far altro che annuire.
Capitolo 3 - I costruttori
Dove si capisce di che tipo di missione di tratta... fango e sangue!
Parallelamente alla battaglia lungo le mura, se ne svolgeva un'altra sotterranea. Quelle orrende creature sapevano che la città di Tortusga era costruita su terreno instabile e quotidianamente mandavano le loro mummie minori a sacrificarsi incendiandosi all'interno di gallerie scavate dai loro scheletri. Ogni giorno e ogni notte, senza sosta, avanzano un po' di più... E mancava poco al momento in cui sarebbero arrivati all'interno delle mura della città.
Per prevenire il vigliacco attacco sotteraneo, il Re aveva dato ordine al Geniere capo di Stato Manfred de Lotis di rinforzare le fondamenta sotterranee degli edifici della cinta esterna.
- Le fondamenta di quegli edifici devono diventare una vera e propria corazza sotterranea della nostra città! - Aveva detto il re. E Manfred nel suo lavoro ci credeva. Non voleva permettere a quelle bestie di entrare nella città da sotto, se non riuscivano a entrare prima da sopra le mura. Nella sua esperienza di cinquant'anni di onorata carriera come geniere imperiale, non aveva mai costruito fondamenta così. Certo, tutti gli edifici di Tortusga avevano rinforzi speciali e robuste barre d'acciaio fuso nelle fucine imperiali, che avrebbero consentito ai palazzi sovrastanti di rimanere illesi anche a smottamenti tremendi. Ma queste fondamenta erano almeno tre volte più spesse e robuste di quelle normali...
Si era sempre chiesto come mai tanta cura nel progettare gli edifici di Tortusga, sin da quando ne era rimasto affascinato da bambino e aveva così deciso di dedicarcisi per tutto il resto della vita. Non aveva mai capito il reale motivo di tante cure, anche perchè la città non aveva mai subito il minimo tremore sismico, a memoria d'uomo. Ma gli elfi parlavano di scosse tremende in passato e le antiche storie narravano di Tortusga come di una città il cui sottosuolo era "sempre in movimento"... Inoltre il suo era un lavoro interessante e ben pagato, e tanto gli bastava.
Era assorto in quei pensieri, mentre controllava lo stato di una delle gallerie che condicevano alla cinta esterna insieme ad una squadra di suoi fidati genieri e a qualche nuova leva cui voleva mostrare la sua perizia, e non si accorse del silenzio che si era formato intorno.
Quando si voltò ebbe un attimo di malcelata emozione: Oh sire mi scusi non l'avevo sentita arrivare... come mai si spinge fin quaggiù - disse mangiando le parole mentre faceva un evidente inchino.
- Manfred son venuto sin qui perchè avevo bisogno di parlarti subito. Mi serve qualcuno dei tuoi uomini per una missione nelle paludi del Nergeb... Là gli avventurieri dovranno esplorare caverne molto simili a queste e probabilmente la vostra abilità nel costruire fondamenta risulterà necessaria...
- Ma.. ma sire, abbiamo pochissime persone per il lavoro che ci ha affidato e che è di importanza vitale!
- Manfred tu non sai... se questa missione non riesce nel suo intento tutto sarà inutile... Ogni resistenza sarà futile!
- Sire posso mandarvi qualcuno delle mie nuove leve, ragazzi ben addrestati ma che ancora non sono perfettamente integrati nel gruppo... Togliendo uno di quelli più anziani dal lavoro entro un paio di giorni avremo quelle bestie dentro casa!
- Vengo io sire - si fece avanti Martenus - Lavoro qui da qualche luna solamente ma ho imparato tutto quello c'è da sapere per costruire fondamenta, e in passato son stato un guerriero valoroso e un avventuriero anche se avevo deciso di ritirarmi...
Il sire lanciò una rapida occhiata al capo geniere che annuì rapidamente
- Sei dei nostri Martenus, rimetti i panni dell'avventuriero e non te ne pentirai. - Disse mentre si voltava e si allontanava a passo svelto verso l'uscita della galleria...